Questi consigli sono pensati sia per chi parte adesso sia per chi riprende a cucire dopo una pausa. Più in generale sono per chi ha bisogno di incoraggiamento: come tutte le attività creative anche questa può, più spesso di quanto ci si immagina, farci sentire sopraffatt3.
1. Prima il pattern, poi il tessuto
C'è chi dice che cucire e comprare tessuti sono due hobby diversi, e forse ha ragione. Due hobby che non necessariamente si alimentano a vicenda: non è detto che se hai più tessuti in casa cuci di più, anche perché queste due attività viaggiano su binari e con velocità nettamente diverse. Un armadio pieno di stoffe non è come una dispensa (dove hai tutto ciò che ti serve, senza uscire di casa); è solo un armadio pieno di stoffe che magari sono anche belle, ma ora che ci pensi non ti piacciono più così tanto, o non ti servono così come credevi. Troppo spesso una riserva di tessuti – uno stash, come dicono alcunə – è sinonimo di un posto in cui non si trova mai la cosa che di cui hai bisogno in quel momento – e qui parliamo per esperienza.
Molto meglio, quindi, scegliere prima il pattern, poi il tessuto. E più precisamente: scegliere il pattern, stamparlo, stenderlo sul tavolo e verificare di persona quanto tessuto richiede. E solo allora andare a caccia dei tessuti giusti, i tessuti che sappiamo di aver voglia e tempo di cucire in quel momento.
Risorse utili: Come usare un cartamodello in PDF: come stamparli, come incollare tra loro i fogli, come selezionare le taglie.
2. Scegli qualcosa che indosserai spesso e volentieri
Là fuori c'è talmente tanta scelta che decidere cosa cucire come prima cosa è un'impresa: dovresti partire da un pattern gratuito? O ha senso spendere per un pattern più completo? Meglio qualcosa con il video tutorial? Italiano o internazionale? Tessuti fermi o jersey? Fantasie o tinte unite?
Ti togliamo le castagne dal fuoco: scegli di cucire qualcosa che indosserai spesso e volentieri. Che metterai 3 giorni su 7 e dentro cui hai voglia di passare del tempo. Qualcosa che ti permetterà da subito di capire cosa preferisci in termini di vestibilità, di costruzione, di cura del capo.
Solo se indossi spesso i vestiti fatti da te puoi scoprire, ad esempio, che se nel ready to wear compri capi squadrati quando cuci ti piace al contrario scegliere dei modelli asciutti, o che preferisci i jersey per non pensare alle rifiniture interne, o che devi stare alla larga dai tessuti delicati perché la tua lavatrice non li tratta come vorresti.
Risorse utili: Come decidere cosa cucire: consigli per programmare il proprio guardaroba me made (che vuol dire "fatto da sé").
3. Non esiste una cosa giusta da cui iniziare
Il mondo è pieno di brontolonə e il mondo del cucito non fa eccezione: troverai sempre qualcunə che ti dice che non puoi fare X se prima non hai fatto ore e ore di Y: «come puoi pensare di cucire una gonna a ruota se prima non hai orlato decine di strofinacci?»
Te lo diciamo noi come: facendolo e basta. Puoi pensarlo, puoi farlo, non c'è altro da aggiungere né permesso da ottenere. Questo è il tuo hobby, vai dove ti porta il cuore. Inizia da quello che vuoi, dai reggiseni in pizzo se questa è la cosa che ti appassiona: anzi, poi scrivici e facci sapere come è andata, anche a noi piacerebbe cucirne qualcuno.
Risorse utili: Cucire i propri vestiti: da dove iniziare? Dieci progetti che ci piacciono.
4. Lo standard non sono i vestiti dei negozi
Una delle cose più deprimenti che ci siano è paragonare i vestiti cuciti da sé a quelli che si trovano nei negozi. In questo confronto i vestiti fatti da noi non sembrano mai belli abbastanza: non perché non lo siano davvero (anzi: spesso sono rifiniti molto meglio!) ma perché siamo cresciutə in un sistema capitalista in cui tutto ciò che è nuovo e acquistabile è in automatico meglio di tutto il resto.
Quando si vuole fare un complimento a un capo cucito in casa si dice «sembra comprato». Siamo "programmatə" per dire frasi del genere, ma se ci pensate non c'è motivo per cui questo dovrebbe essere un complimento: lo è solo perché siamo abituatə a un certo standard di "giustezza", e percepiamo tutto ciò che se ne distacca come difettoso.
Ma per la maggior parte del tempo gli esseri umani non sono stati affatto vestiti da indumenti comprati in negozio. Qual era lo standard allora? Era la qualità del tessuto? La sua composizione? La costruzione del modello? Non lo sappiamo, e comunque sono tutte cose che abbiamo perso la capacità di analizzare – ma che grazie al cucito possiamo imparare e riportare alla luce.
5. Nessunə sa tutto, nessunə fa tutto giusto
Le prime testimonianze di cucito risalgono al Paleolitico: da allora gli esseri umani cuciono, l'hanno fatto in tutto il pianeta, attraverso tutte le ere. Ogni tecnica ha centinaia (migliaia?) di alternative possibili. Non esiste al mondo nessuna persona che sappia tutto, che faccia tutto "giusto": anche perché, in quest'ottica, un giusto e uno sbagliato non esistono. Esiste un modo dei mille possibili.
Possiamo quindi tranquillamente toglierci un peso dalle spalle: se esistono mille modi per cucire un capo, va da sé che cucendo sbaglieremo qualcosa, ma che quel qualcosa può essere aggiustato in un modo che ancora non conosciamo – e l'unica via per impararlo è passare, appunto, dall'errore.
Sbagliare: ecco l'unica certezza che hanno tuttə le persone che in tutto il mondo si sono messe a cucire qualunque cosa dal Paleolitico a oggi. Non è mai stata una ragione per smettere di farlo.
6. Le taglie non esistono
Le taglie a noi non stanno simpatiche per nulla. Il motivo principale è che secondo noi non esistono, è un'enorme illusione collettiva: se non esiste un corpo uguale all'altro, come si fa a rinchiudere questi corpi in delle taglie? E poi a dire che una taglia piccola è meglio di una grande? Sembra una barzelletta.
Quando è stata l'ora di decidere per i nostri pattern abbiamo anche pensato di non usare i numeri standard, di rinominare le taglie con delle lettere, A B C eccetera – un po' per smontare il sistema da cui nascono e i ragionamenti (i giudizi) che inevitabilmente si portano dietro.
Ma un sistema condiviso serve, perché i pattern non sono capi su misura. Quindi eccoci qui, con i nostri pattern che escono in due range di taglie, 38-52 e 48-62. Uno dei due l’abbiamo chiamato “Plus” – e anche qui ore e ore di discussioni, ma alla fine questa sembrava la soluzione più immediata per capirsi.
La cosa migliore che potete fare riguardo alle taglie è una: ricordarvi che non esistono, che voi non "siete" una taglia. Questo è solo un sistema estremamente impreciso che ci si è dati per parlare di unità di grandezza.
Seconda cosa da fare: prendete le vostre misure, prendetele spesso e volentieri, fateci amicizia. Tenete le misure in mano prima di acquistare un pattern. Non è detto che una 46 del ready to wear corrisponda alla 46 di un modello che volete cucire, ogni marchio usa il proprio sistema per fare le taglie. Un sistema impreciso che siamo obbligatə ad avere come riferimento – ma che si può ignorare dopo aver scelto da quale taglia ricavare le forme sul tessuto.